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“La disperazione
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archivio documenti ordinanze sentenze Violenza domestica: quando la vittima è lui... DA NON PERDERE (Intervista a Sarah Viola consulente Tribunale Roma) |
GIANNI FURLANETTO - WEB SITE
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Ecco... forse la risposta per coloro che mi han chiesto che cosa sia e cosa rappresenti questo blog! Con molta probabilità, alla fine di tutto, questo blog non è altro che una narrazione (una delle tante possibili) della folle crudeltà di un sistema che attraverso la “giustizia” riesce a creare solo dolore e ingiustizia. |
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A TUTTI I PAPA' CHE VIVONO
LONTANI DAI PROPRI FIGLI
Questo insieme di pensieri che alcuni amici chiamano sito, altri blog,
nacque in un momento particolarmente doloroso e difficile della mia
vita. Mio figlio rapito da mia moglie... mia moglie
rapita da qualcosa di più grande di lei. A tutti i papà che dovessero trovarsi a vivere vicende analoghe alla mia, un solo accorato appello: non arrendetevi, non lasciate che qualcuno impedisca a voi di compiere il vostro diritto-dovere di essere padre. Non fatelo per nessuna ragione! In Italia ci sono importanti associazioni
nate proprio per dare aiuto e supporto a casi come questi, come il mio,
come il vostro.
Ci sono insomma persone preparate e pronte ad ascoltarvi e a dare una mano, ad indicare
concretamente una strada
perché la bieca cultura di morte da cui nascono certe ideologie e le
loro drammatiche manifestazioni sociali non abbiano a prevalere su
quell'archetipo "principio" che
vuole un figlio poter crescere insieme ai genitori dai quali ha tratto la
propria esistenza. (Elenco
Associazioni) |
11 MARZO 2009
L’UNIONE DELLE CAMERE PENALI
SCENDE IN CAMPO
CONTRO GLI ABUSOLOGI
POTERI OCCULTI - «Senza una parte della magistratura collusa la criminalità organizzata sarebbe stata sconfitta - ha detto ancora l'ex pm Luigi De Magistris il 18 ottobre 2008 in un'intervista a Sky -. E il collante in questo sistema sono i poteri occulti che gestiscono le istituzioni. Io stavo indagando su questo fronte e ritengo che uno dei motivi principali del fatto che io sia stato allontanato dalla Calabria risiede proprio in questi fatti». |
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54/2006
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NEWS IMPORTANTI
A BRESCIA ASSOCIAZIONE PROMETEO DISFATTA SU TUTTI I FRONTI (da www.falsiabusi.it)
E i figli sono le risposte che la vita dona a ognuno di noi.
Sono loro l’essenza del vostro sorriso.
Sono sangue e carne della vostra carne
ma non il vostro sangue e la vostra carne.
Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.
Attraverso di voi giungono, ma non da voi.
E benché vivano con voi, non vi appartengono.
Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.
Kahlil Gibran
« I've seen things you people wouldn't believe.
Attack ships on fire off the shoulder of Orion.
I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate.
All those ... moments will be lost in time,
like tears... in rain.
Time to die. »
(Rutger Hauer/Roy Batty)
“Se quello che i mortali desiderano, potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”: è Telemaco, il figlio di Ulisse a parlare così, nell’Odissea. Egli è una delle prime figure che nelle grandi narrazioni dell’umanità testimonia dell’angoscia del figlio senza padre. Dopo di lui, ne vennero molti altri. Ed oggi sono legioni. In una mailing list di uomini, cui partecipo, é arrivato questo messaggio: “Non so cosa abbiate voi sul comodino da notte (a parte la radiosveglia e la lampada alogena a bassa tensione). Io ho delle foto incorniciate: una di mio figlio a 2 anni sul tappeto elastico al mare, una, piccola piccola, di me e mia moglie nell'87, felici. L'ultima cosa che ho sul comodino è la foto di mio padre a 23 anni, in piedi, giovane e bello, che suona la fisarmonica in Belgio, nel 52, in un bianco e nero splendido, anni 50, sembra quasi Camus (capelli imbrillantinati pettinati all'indietro), immagine dell'uomo che io non sarò mai. Ogni sera, allungando il braccio per spegnere la luce, incontro il suo sguardo sorridente, e ogni sera lo capisco un po' di più. Perciò, se anche vostro padre non c'è più tenete la sua foto sul comodino, (è bello pensare che vostro figlio farà lo stesso)". Questo messaggio parla di un sentimento diffuso: la nostalgia dello sguardo paterno. Di un padre che ti guardi, magari anche da lontano, ma che ti veda, ti sorrida, ogni tanto ti sgridi. Di un padre, anche, mitizzabile, come l’emigrato che suona la fisarmonica in Belgio, di un padre di cui si possa cogliere il gusto per la vita e la fatica, la gioia e il dolore. Di un padre più espressivo dell’impeccabile, politicamente corretto, ma anche rigido, poco emozionato e emozionante: “uomo dell’organizzazione", col quale si identifica l’uomo adulto occidentale dei nostri giorni. Ma soprattutto, c'è nostalgia di un padre più coraggioso di lui, del corporate man, dell'uomo di azienda. Più coraggioso negli affetti, ed in particolare, in quello verso i figli. Un padre, insomma che non abbia paura di fare il suo mestiere. Questo padre però, come vedremo nel corso di queste pagine, oggi è assente. Innanzitutto perché di solito non ha avuto, a sua volta, un padre che gli insegnasse ad essere tale. Inoltre perché, comunque, la società secolarizzata [1] del divorzio facile, e dell'aborto praticabile senza neppure interpellarlo, non gli lascia grandi spazi per esprimersi. Anzi, in genere, questo padre, già insicuro perché nessuno gli ha insegnato come si fa ad esserlo, viene caldamente pregato, dalla cultura sociale dominante, di tacere sui sentimenti, e sulle decisioni che contano per i figli. Parli pure di soldi, organizzi senz'altro un buon livello di vita per la famiglia, ma per il resto, per cortesia, taccia. Per tutte queste ragioni, ed altre che cercheremo di spiegare nel corso di questo libro, il padre è oggi emotivamente assente, spesso addirittura respinto in una grigia terra di nessuno, da cui non può più guardare, comunicare coi figli, né loro con lui . Quest’assenza, tuttavia, è inaccettabile. La figura del padre è, infatti, costitutiva della creazione, della vita, e del suo sviluppo. Senza una significativa presenza paterna l’organismo vitale tende ad indebolirsi, ed a perdere interesse alla stessa esistenza. Tutto l'umano assume una forma definita, ed acquista il suo dinamismo, nel segno del padre, che lo genera, così come acquista tranquillità e sicurezza affettiva nell’esperienza della madre positiva, che lo accoglie. Ecco perché oggi proviamo, tutti, più o meno consciamente, nostalgia di questa presenza. Queste pagine vogliono accompagnarla, questa nostalgia, fornendo nel corso del testo informazioni e ragioni sul suo perché. L'intenzione è di contribuire ad una speranza: che il padre ritorni. |
Qui ventum seminabunt et turbinem metent |
Citiamo l'agghiacciante vicenda del signor Gianni Furlanetto di Firenze, il cui figlio è stato sottratto e addirittura tenuto nascosto per settimane proprio con la collaborazione degli operatori del centro Artemisia, sulla base di presunte violenze subite dalla moglie (indimostrate) e delle relative presunte esigenze di protezione, senza però alcuna ordinanza in tal senso da parte delle autorità giudiziarie. L'ideologia femminista dunque come una delle radici alla base di tanti provvedimenti assurdi e antidemocratici, che ci portano alla questione dei falsi abusi e della falsa violenza.[....] Da http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/03/femminismo-e-lotta-allabuso.html |
Madre condannata per "Omicidio Psicologico" ex compagno - Belgio 28/07/2008
http://www.antoniodipietro.com/2008/09/ Diciamo NO all’introduzione della discrezionalità dell’azione penale, perché la riteniamo un canale che apre pericolosamente la via ad arbìtri e favoritismi inaccettabili in uno Stato di diritto. Conosciamo la facile giustificazione in cui si rifugiano coloro che propugnano una tale soluzione: l’azione penale già oggi sarebbe rimessa sostanzialmente alla discrezionalità dei vari magistrati per via dei troppi processi che hanno in carico. A costoro rispondiamo: se il problema è l’insufficienza delle strutture giudiziarie e l’esiguità del personale giudiziario e paragiudiziario, allora le si aumentino ma non si rinunci a perseguire i criminali. Per intenderci, se le sale operatorie sono insufficienti non può né si deve dire: Lasciamo morire alcuni ammalati. Bisogna aumentare le sale operatorie ed i medici chirurghi. Così è e deve essere per la giustizia se vogliamo che ad essa facciano affidamento i cittadini. Altrimenti finiranno per farsi giustizia da sé.
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CODICE DI PROCEDURA PENALE
LIBRO I - LIBRO II - LIBRO III
E' normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio.
Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
...Sei un papà come me,
quindi ti comprendo. Dicono che le stelle ci guardano, io so che sono gli occhi
di bambini allontanati dai papà ingiustamente e sono lassù per guardarci
quanto vogliono. Anche tuo figlio fa così. Ciao, a presto. Web/Ste
IL CISMAI NON CAMBIA MAI da http://giustiziaintelligente.blogspot.com
Il
14/03/2008
i servizi sociali di Basiglio (Milano),
su mandato del Tribunale per i minorenni di
Milano, si presentano in una famiglia e prelevano due fratellini ("Stia
tranquilla e non faccia scene, prepari le cose dei suoi bambini e ce li consegni"),
per sistemarli in due comunità protette. In casa quel giorno si stava
festeggiando il tredicesimo compleanno del maggiore.
De "L'errore sui fratellini di Basiglio" stavolta se ne sono accorti perfino sul blog del Movimento per l'Infanzia, pubblicando un nuovo comunicato di Mariella Bocciardo e del noto abusologo milanese Maurizio Bruni di IAD Bambini Ancora, la stessa associazione che l'anno scorso organizzò a milano un maxiconvegno (guest star il procuratore Forno) su "l'epidemia del terzo millennio", al grido allarmistico di "un ragazzo su sei è sessualmente abusato" (basandosi sulle ricerche di Alberto Pellai, che il Movimento per l'Infanzia sta replicando a tappeto nelle scuole di molte provincie). Adesso che a Basiglio un gruppo di maestre allarmate (e forse deluse per non aver ancora scoperto nessuno dei 3/4 abusati che secondo le loro statistiche dovrebbero trovarsi in ciascuna classe) ha reagito un po' istericamente di fronte al primo sospetto di abuso, avvallate da assistenti sociali e tribunale per i minorenni, leggiamo che proprio il dott. Bruni e il Movimento per l'Infanzia si straniscono e salgono sul pulpito a fare la predica.
Più rilevante l'ottimo articolo "Errore
per errore, così nasce una clamorosa ingiustizia" di Luca Fazzo
(per Il Giornale del 18/05/08), che pubblica nomi
e cognomi di tutti i protagonisti (non
è stato il solo) e descrive la spietata indifferenza delle istituzioni
e la codardia di coloro che sanno solo ratificare sospetti ("io,
nel dubbio..."), meccanismo che è all'origine di tutte le
vicende di falso abuso:
Intanto domani si terrà l'attesa conferenza stampa presso lo studio dell'avv. Martinez, la famiglia adesso promette battaglia: «aspettiamo solo che mio figlio torni a casa, e poi penseremo a regolare i tutti i conti». E pensare che, fra tutti i casi di falso abuso che stiamo seguendo, questa famiglia di Basiglio se l'è cavata finora con conseguenze quasi irrisorie, se paragonate alle violenze giudiziarie patite da altri. Lettera a senso unico Cambiamo (solo apparentemente) scenario. In occasione delle recenti elezioni politiche (aprile 2008), il Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia (CISMAI) ha diramato dal proprio sito una "Lettera aperta alle forze politiche". Il comunicato è pieno di buoni propositi e raccomandazioni che non si può far altro che sottoscrivere:
Ci ha però preoccupato leggere nella presentazione dell'iniziativa che il CISMAI "ritiene importante dare voce alle esigenze di bambini e bambine vittime di maltrattamenti, violenza assistita, abuso e sfruttamento sessuale"... anche stavolta solo a loro? Ci siamo subito domandati se oltre un decennio di contestazioni rivolte al CISMAI sul problema del falso abuso (di cui le nostre non sono che le ultime), avessero finalmente fatto breccia nella loro monolitica crociata, che purtroppo spesso dimentica (e secondo i critici rischia talvolta di facilitare con le proprie procedure) tale grave problema. Nel leggere questo comunicato, accanto all'esaltazione della propria missione, ci si aspettava dal CISMAI, almeno tra le righe, un segno di maggiore consapevolezza rispetto alle trascorse omissioni:
Ma ci sono, o ci fanno?
- - -
Estrapoliamo due passaggi chiave del comunicato, in cui si sfiora la questione dell'oggettività delle procedure giudiziarie di accertamento dell'abuso, pietra del nostro scandalo. Ecco il primo:
Nell'appello del CISMAI, viene omessa la raccomandazione affinché i consulenti tecnici dei magistrati siano specificamente formati ed esperti anche sui disturbi fittizi (e su problematiche ad essi collegate: simulazione, sindrome di Munchausen per procura, sindrome da alienazione parentale ecc.), altrettanto fondamentali per saper riconoscere, interpretare e gestire casi di falso abuso.
- - -
Questo il secondo passaggio contestato:
History
repeating
I provvedimenti "tempestivi" a cui il CISMAI si appella, ci hanno fatto pensare nuovamente ai modi con i quali venivano allontanati dalla famiglia i fratellini di Basiglio, proprio negli stessi giorni in cui il CISMAI scriveva alle forze politiche. Del caso di Basiglio ci parla anche Chiara Rizzo in un articolo del 05/05/08 dall'azzeccato titolo "La legge del più isterico", in cui si traccia un collegamento intelligente con l'arcinota vicenda milanese del tassista Marino Viola, quella che pose fine all'epopea del pool del PM Pietro Forno (magistrato "granitico", in forza adesso alla procura di Torino), del quale proprio il dott. Maurizio Bruni (che oggi tuona contro gli errori di Basiglio) fu frequente consulente, periziando anche la figlia del tassista. Il caso Viola fu quello di un padre ingiustamente criminalizzato, un equivoco che iniziò quando sua moglie si rivolse proprio ai tempestivi operatori del Centro per il Bambino Maltrattato (CbM) di Milano, socio CISMAI e storica culla ideologica dell'associazione e del "sistema Forno". Sua figlia trascorse 5 mesi presso il CbM. Ciò che l'incisivo articolo di Chiara Rizzo non dice, è che il filo che lega il caso di Basiglio al CISMAI ed al CbM non è certo limitato solo ad una assonanza concettuale con vecchie vicende, ma sembra sostanziato da fattispecie ben più concrete. Dal sito del CBM scopriamo infatti che:
Una storica istituzione, molto prestigiosa nel mondo della tutela, forse tanto da convincere un giudice del Tribunale dei minorenni ad emettere simili provvedimenti tempestivi anche quando «esistono rilevanti elementi di perplessità». Chapeau! Un'orrenda immagine ci invade: non sarà mica che uno dei fratellini di Basiglio avrà dormito nella stessa stanzetta in cui, dodici anni prima, veniva tenuta la figlia di Marino Viola? E' impossibile non rilevare infatti un potenziale grave conflitto di interessi, laddove una cooperativa che coordina équipe territoriali che promuovono e realizzano gli allontanamenti, può risultare in grado poi anche di ospitare i bambini presso le proprie strutture. Ci siamo domandati allora in quali casse saranno finiti stavolta i soldi (ad occhio e croce 10/20mila euro di denaro pubblico sprecato) per le rette residenziali dei due fratellini di Basiglio. Quale che sia stata la loro destinazione, in nome della democrazia vogliamo davvero augurarci che questi due fratellini non siano stati collocati dall'équipe territoriale di Basiglio proprio in uno dei due centri di accoglienza del CbM (cioè presso sé stessi). In tal caso, si tratterebbe dell'ennesima ripetizione di un insopportabile scandalo, una situazione che, anche alla luce della inaudita fragilità delle motivazioni per cui si è deciso di prelevare questi due bambini dalla loro famiglia, più che un provvedimento di tutela ricorderebbe un rapimento a scopo di estorsione, compiuto approfittando della distrazione dei magistrati del tribunale per i minorenni. Speriamo che presto qualcuno possa aiutarci a fugare questo nostro timore.
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Scopriamo inoltre che in alcuni distretti dell'ambito territoriale dell'ASL MI 2 (il distretto 7 è quello che include anche il comune di Basiglio), opera anche la équipe psico-socio-pedagogica della cooperativa sociale "Libera Compagnia di Arti & Mestieri Sociali" onlus. Il responsabile del "dipartimento tutela" di questa cooperativa è il dott. Antonello Angeli, Segretario nazionale del CISMAI. A tale proposito va però detto subito che, nonostante la cooperativa operi proprio nel territorio di quella ASL, non ci risulta che essi svolgano nel comune di Basiglio specifiche attività di tutela minorile e anti-abuso. Segnaliamo dunque solo la coincidenza territoriale, ma senza che con ciò si intenda alludere ad alcuna responsabilità di LCA&MS e del dott. Angeli nella vicenda dei fratellini di Basiglio [daremo spazio a chiunque ritenesse di intervenire sulla questione e fornire ulteriori informazioni].
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