Il Consiglio Regionale revoca i finanziamenti “Forteto”. Ma ne restano ancora molti da abolire ad Artemisia.

Negli ultimi giorni del mese di ottobre, sulla base di una mozione presentata dal Consigliere Donzelli ed approvata all’unanimità dal Consiglio, l’Assessore alle politiche sociali e vice-Presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi ha dato disposizioni “agli uffici di sospendere il progetto, assegnato tramite bando alla associazione Artemisia, per la riacquisizione di autonomia per minori e giovani in uscita dalla comunità del Forteto e vittime di abusi. E ne ha già informato l’associazione.”

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L’assessore e vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi

Nel plaudire a questo primo stop dell’organo di Governo Regionale, dobbiamo purtroppo ricordare che sono numerosi i contributi erogati pressoché a pioggia dai vari enti locali, seppur sempre dietro l’etichetta di esemplari e fumosi progetti, connessi ai quali viaggiano ogni anno centinaia di migliaia, quando non addirittura milioni di euro, che vanno a confluire in questa Associazione Fiorentina denominata Artemisia. Un gigantesco fiume di denaro pubblico, talvolta anche illecitamente utilizzato (vedi video Rai 3), che chi scrive, per le vicende che lo coinvolsero personalmente, non ebbe timore di denunciare pubblicamente. QUI l’articolo relativo a quelle pubbliche denunce di 9 anni fa e di seguito l’articolo comparso sul quotidiano La Nazione in data 29 ottobre 2015.

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Forteto, stop della Regione al progetto con Artemisia

L’assessore Saccardi: “Il consiglio regionale se ne assuma tutta la responsabilità”. La polemica sollevata da Donzelli, che chiedeva anche la rimozione del dirigente Vinicio Biagi

Firenze, 29 ottobre 2015 – L’assessore Saccardi ha dato indicazioni agli uffici di sospendere il progetto, assegnato tramite bando alla associazione Artemisia, per la riacquisizione di autonomia per minori e giovani in uscita dalla comunità del Forteto e vittime di abusi. E ne ha già informato l’associazione.

“Ma il Consiglio regionale – afferma l’assessore – se ne assuma tutta la responsabilità”. Così l’assessore al sociale, diritto alla salute e sport dopo che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità, nella seduta di martedì 27 ottobre, la mozione proposta da Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, con emendamenti di Leonardo Marras capogruppo Pd, che richiedeva la sospensione del progetto. L’associazione Artemisia, secondo la mozione, ha ottenuto “l’aggiudicazione attraverso un progetto nel quale si parla di ‘presunte vittime’, si utilizzano imbarazzanti condizionali e si dequalifica il lavoro di questo Consiglio regionale e dei magistrati, oltre a rappresentare l’ennesimo schiaffo per le vittime del Forteto”.

Nella mozione si impegnava anche la giunta a valutare la rimozione del dirigente Vinicio Biagi dal suo incarico nel settore ‘Diritti di cittadinanza’. Il dirigente, si legge, è “lo stesso che firmò per conto della Regione una relazione sul Forteto indirizzata al Ministero degli Esteri in cui contestava la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo, che nel 2000 condannò l’Italia e nella quale, di fatto, avallava il sistema ‘famiglia funzionale’, all’origine degli abusi accertati dalla sentenza del Tribunale di Firenze del 17 giugno 2015”.

“Il progetto formulato da Artemisia – precisa Saccardi – è stato presentato prima della sentenza di condanna, dunque era doveroso usare il condizionale, se ancora vale il principio di presunzione di innocenza. Peraltro l’uso nel bando della parola ‘vittime del Forteto’ concorse per l’avvocato difensore del Fiesoli a creare un clima avverso nel processo. L’uso dell’aggettivo ‘presunte’ fu così ritenuto opportuno, in attesa della conclusione del processo “.

L’assessore ricostruisce anche i tempi degli atti: la delibera di approvazione del bando da parte della giunta è del dicembre 2014, il decreto successivo, che lancia il bando per proposte progettuali, è del marzo 2015, la presentazione del progetto da parte di Artemisia che ha vinto il bando è dei primi di maggio.

“Tutti questi atti pubblici sono dunque antecedenti alla sentenza di condanna datata 17 giugno 2015 – aggiunge l’assessore – Vorrei anche ricordare un aspetto non secondario: tra i soggetti che hanno dato l’adesione al progetto di Artemisia c’è anche l’Associazione vittime del Forteto. In conclusione, come chiede il Consiglio, ho dato indicazioni affinché il progetto Artemisia venga sospeso. Peraltro tutto volevamo, nel predisporre il bando, tranne che ‘rappresentare l’ennesimo schiaffo per le vittime’. A questo punto ciascuno si assuma le responsabilità delle proprie azioni e delle parole che utilizza”.

“Dopo un ritardo di dieci mesi sugli aiuti ai fuoriusciti del Forteto, dopo aver fatto gestire il bando al dirigente Vinicio Biagi che difese Fiesoli, dopo che il progetto di Artemisia parla di ‘presunte vittime’, è indecente che l’assessore Saccardi dia la colpa a chi ha sollevato tutti questi problemi e usi questo come pretesto per non aiutare le vittime del Forteto. Non c’è da indugiare un secondo: quegli interventi devono essere messi in atto da subito, ma non possono certo essere gestiti da chi mostra ambiguità sui fatti accaduti”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, commenta la decisione dell’assessore Saccardi di sospendere il progetto di Artemisia. “La scelta di Saccardi non può essere la ripicca nei confronti di chi pensa che la gestione del caso Forteto da parte della Regione abbia dell’incredibile – sottolinea Donzelli – ora la giunta ha l’obbligo morale, a suo carico, di intervenire con la massima urgenza per evitare la beffa dopo il danno. In tutto questo da Saccardi non abbiamo ancora sentito una parola sul ruolo svolto da Vinicio Biagi, che l’assessore ha scelto per gestire questo bando – conclude Donzelli – deve essere rimosso da quell’incarico, se vuole avere ancora un minimo di credibilità”.

 

http://www.lanazione.it/firenze/forteto-artemisia-1.1433600

 

Padre separato accusò Artemisia sul web: non era diffamazione

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Ma non era diffamazione.

—-> il-processo-per-diffamazione-aggravata/

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Processo molto lungo la cui durata settennale è legata al fatto che in prima battuta la Procura lo assegnò al Giudice di Pace il quale, dichiarando la propria non competenza, restitui’ il fascicolo alla stessa Procura che modificò il capo di imputazione da semplice diffamazione a diffamazione aggravata a mezzo stampa. All’udienza del Gup (Giudice Udienza Preliminare) c’eravamo solo io (Gianni Furlanetto), il mio avvocato (Paolo Patelmo), il pm, il gip e 2 persone di Artemisia. Chi consegnò la notizia diffamatoria a La Nazione?

Quel padre separato (Gianni Furlanetto, G.F. come si legge nell’articolo de La Nazione), difeso dall’avvocato Paolo Patelmo del Foro di Belluno, è stato assolto nel pomeriggio di ieri 05/12/2013 per non aver commesso il fatto (art. 530 comma II c.p.p) dal giudice Dott.ssa Sabina Gallini del Tribunale di Firenze.

Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, attraverso testimonianze e acquisizioni documentali, è stata anche ricostruita la vericidità di una parte dei fatti precedentemente denunciati. Le motivazioni della sentenza sono attese tra 90 giorni.